I laboratori a Mastro Birraio

Il 13-14-15 Aprile 2012 si è svolta la fiera di “Mastro Birraio” presso i saloni della ex filanda di Santa Lucia di Piave (TV) e noi come associazione siamo stati presenti con dei laboratori gratuiti.

Hanno partecipato entusiasti appassionati e curiosi, molti futuri homebrewer ora ancora alle prese con i kit ma che presto sicuramente proveranno l’avventura di una produzione brassicola all grain.
Il Venerdì 13 insieme ai soci Michele,Andrea,Lino,Fabio e Denis i presenti, più di 50 , hanno potuto assaggiare le nostre produzioni ricevendo consensi positivi e direi stupiti per la qualità delle birre presentate.

Abbiamo fatto assaggiare una bitter, due marzen brassate con ricette diverse e infine una outmeal stout : tutte birre difficili nei loro generi, nessuna facile ma che hanno rispettato gli stili di riferimento. A queste si sono aggiunti i biscottini alle trebbie gentilmente fatti dalla moglie del nostro socio Lino, che ringraziamo.

La degustazione è stata ricca di notizie, suggerimenti e soprattutto un mini corso di degustazione inteso come approccio nuovo e diverso per le birre artigianali anche se casalinghe presentate.
Sabato 14 il presidente ha tenuto un corso di homebrewing teorico, avvalendosi della proiezione di slide e del supporto dell’impianto casalingo portato da Fabio.

La sala era stracolma di gente, dagli inziali 60 previsti, abbiamo sfiorato se non superato le 100 presenze : due ore di passione, una lezione che ha soddisfatto i presenti rimasti interessati e con tante domande da porre per riuscire a comprendere passaggi, fai da te e metodiche per realizzare la propria birra fatta in casa.

Domenica i nostri soci hanno presentato il video della cotta della bitter presente anche su youtube, proiezione a cui hanno partecipato oltre 60 persone : il video era proprio artigianale, nato per caso durante una cotta ma sicuramente suggestivo e interessante per chi non aveva mai visto realizzare una cotta homebrewing.
La nostra partecipazione è stata sicuramente ricca di soddisfazione e l’entusiasmo trasmesso ai partecipanti che hanno ricevuto passione ed emozione sarà sicuramente un bel viatico per il futuro per realizzare altre situazioni didattiche utili a chi vuole avvicinarsi all’homebrewing.

Tags: , , ,

HOMEBREWER PER CASO

Dopo mesi di intenso lavoro ecco finalmente su carta il mio nuovo libro HOMEBREWER PER CASO, un libro diario che viaggia tra le emozioni di un appassionato che vuole raccontare e far conoscere a tutti la sua passione.

Nel libro capirete e saprete che si diventa Homebrewer per caso, che anche in una cucina di casa si può fare birra con la metodologia ALL GRAIN, la stessa utilizzata dai microbirrifici e dai birrai veri.

Passo passo seguendo la narrazione dal primo kit alla prima ricetta All Grain imparerete e conoscerete le modalità, i passaggi fondamentali con dati tecnici e l’attrezzatura necessaria per riuscire a produrvi la birra a casa vostra con le proprie mani.

Nella seconda parte del libro ci sono le ricette costruite dai più conosciuti e apprezzati birrai italiani per gli appassionati homebrewer con la possibilità di poterle fare anche nella versione E+G.

E’ un libro che spero possa essere utile a chi si avvicina all’homebrewing, a chi non sa come si possa produrre una birra in casa e anche a chi non appassionato invece possa diventarlo.

Il libro presto sarà disponibile su tutti i più importanti deastore online, ma è possibile riceverlo anche direttamente dall’autore richiedendo info con una semplice mail a brasseriaveneta@gmail.com

Per finire i primi commenti entusiastici di chi ha già ricevuto il libro :

Daniele : “Libro arrivato. Grazie cuore… anche per la dedica!! di cuore…”

Marco : “Buondì Antonio, ricevuto questo istante il tuo libro, e sono rimasto molto soddisfatto della tua finale realizzazione della copertina e scelta del Font. Ho sfogliato velocemente il libro e non vedo l’ora stasera di metterci sopra gli occhi lasciandomi nell’incanto del profumo della carta appena stampata e delle buone parole che si vestono sopra di essa. Grazie”

Ernesto è entusiasta : “Antonio…..sono arrivati!!! Bellissimi!! Tra l’altro, la copertina di “Homebrewer per caso” è elegantissima!!! Grazie!!”

Fabrizio mi scrive : “Carissimo Antonio, sono qui a ringraziarti per i libri, ricevuti oggi e già sono rimasto molto colpito, positivamente colpito, si vede da subito che chi li ha scritti lo ha fatto con grande cura e passione. Confido che non ti fermerai a queste due prime opere ma continuerai con altre, se così fosse … hai trovato un “cliente” !
Mi metterò subito a leggere, solo sfogliando ho già trovato alcuni spunti per i miei modesti futuri lavoretti. A presto e ancora grazie.
Fabrizio.”

Ecco … con questo la presentazione del mio libro è finita ! Chi volesse info mi scriva e io ad ognuno al più presto risponderò.

 

Tags: , , , , , , , , , ,

Torna il Birraio a Villa Braida

Riprendiamo gli appuntamenti a Villa Braida con il Birraio il 23 Marzo 2012 per festeggiare un socio e un amico PIERLUIGI CHIOSI, che anche questa anno con la nuova creazione la Montinera (Imperial Stout) ha vinto il primo premio al Salone della Birra di Rimini 2012 appuntamento nazionale dei micorbirrifici italiani e degli adetti ai lavori.

Potremo assaggiare non solo la Montinera ma anche la Santa Giulia, prima nel 2011 e di nuovo premiata nel 2012 come 4a della sua categoria.

Il laboratorio che si svolgerà dalle ore 18.20 alle ore 19.30 ( accesso dalle ore 18.00) sarà interessante e ricco di sorprese per la possibilità di assaggiare birre novità e sentire dalla viva voce di Piggiu le creazioni presentate e come nascono. I posti sono limitati a 30 e le prenotazioni a oggi sono 23 ( basta inviare una mail a brasseriaveneta@gmail.com).

La Cena è stata studiata insieme allo chef di Villa Braida in modo che la cucina e la birra possano trovare il loro giusto “matrimonio” in una esaltazione di gusti e “armonia” per soddisfare anche il palato più esigente : nel manifesto qui sotto potete leggere cosa potreste perdere.

La cena è prenotabile sia inviando una mail a brasseriaveneta@gmail.com sia telefonando allo 041-457222 e il costo a persona è di 35€ .

 

La serata sarà ricca e piena di sorprese, conosceremo e scopriremo come si fa la birra artigianale e come nascono le creazioni originali sfruttando anche prodotti locali oltre a momenti particolari che creeranno una suggestiva atmosfera.

Tags: , , , , , , , ,

Lo zucchero caramellato

In questo periodo sto finendo di scrivere il mio nuovo libro “Homebrewer per caso” e nel raccogliere le ricette di mastri birrai affermati e amici homebrewer che fanno birre notevoli,  mi sono imbattuto in una nota di Maurizio, socio della Brasseria, che nella produzione di una Dubbel ( peraltro davvero buona ) si fa lo zucchero caramellato.

Pensavo che la procedura fosse complicata e difficile, invece come riporterò di seguito è semplice e alla portata di chiunque voglia cimentarsi per utilizzare lo zucchero caramellato nella propria birra al posto di quello candito acquistato sui siti online che ne sono forniti.

Per fare 1 Kg di zucchero caramellato si deve utilizzare 1 kg di zucchero bianco, che andrà versato in una pentola capiente e con un fondo che non faccia attaccare tutto il nostro composto.

Per ogni kg di zucchero si aggiungerà mezzo litro di acqua che a fuoco lento ci permetterà di sciogliere bene lo zucchero bianco utilizzato : è necessario aggiungere 10 ml di acido lattico ( o fosforico) per abbassare il ph fattore importante per la conversione dello zucchero, in realtà avremo uno zucchero candido non invertito (che è  saccarosio parzialmente o totalmente trasformato in glucosio e  fruttosio).

Una cosa importante da sapere è che lo zucchero caramellato può partecipare alle reazioni di Maillard e quindi contribuire al colore e al gusto finale della nostra birra.

Si continua a mescolare a fuoco medio per almeno 20 minuti, cambiando colore non rapidamente ma passando dal paglierino a un colore sempre più scuro diventanto sempre più denso.

Non appena lo zucchero inizia “a cristallizzarsi”, vi consiglio di abbassare la fiamma e continuare a mescolare.

Maurizio consiglia di mettere lo zucchero caramello così creato anziche nei barattoli della confettura dove solidifica subito e diventa difficile da utilizzare, nelle formine al silicone che si usano in cucina per i dolci e che resistono alle alte temperature.

Il giorno dopo, quando si deve utilizzare lo zucchero caramellato per la birra, questo si staccherà senza nessun problema dalle forme al silicone.

A chi interessa invece lo zucchero invertito cosa diversa dallo zucchero caramellato lo si può trovare in forma di sciroppo ( Golden Syrup) non facile da trovare ma nemmeno impossibile.

Ho letto che il miele ha “quasi” la stessa composizione in zuccheri dello zucchero invertito al 100%, infatti è quasi privo di saccarosio, mentre il fruttosio è solitamente presente in percentuali un poco maggiori rispetto al glucosio. Quindi se avete bisogno dello zucchero invertito e non riuscite a trovarlo potete utilizzare del miele poco aromatico, eventualmente diluito in acqua.

In poche e semplici parole, ora potete decidere se fare in casa il proprio zucchero caramellato : grazie Maurizio !!!

 

Tags: , , , , , , ,

Il panettone alla birra e non solo

Fare il panettone in casa per natale è una cosa che molti desiderano, non sempre ci si prova perchè si crede una cosa complessa laboriosa e che porti via molto tempo.

Oltre a fare il panettone, vi dirò che l’ho fatto interamente con la macchina del pane e al posto dell’acqua o del latte ho utilizzato una delle mie birre chiare.

Risultato ? Un profumo di dolce che ha riempito tutta la casa facendo venire l’acquolina in bocca a tutti, gatta compresa.

E veniamo alla realizzazione pratica di questo panettone, con la variante della birra come parte liquida : vi indicherò anche la quantità di acqua o di latte per chi non avesse piacere di usare la birra.

In alcuni momenti troverete alcune indicazioni messe tra parentesi, sono delle varianti che uno può utilizzare tenendo conto che io ho seguito la parte indicata e non quella messa tra parentesi.

Alla fine del processo vi darò qualche suggerimento per chi volesse realizzare la fase finale della cottura in forno, così che la forma finale sia davvero più somigliante a quella di un panettone artigianale.

Passo passo realizziamo la nostra ricetta :

Nel contenitore della macchina del pane inseriamo gli ingredienti per la biga, processo che durerà il tempo del solo impasto e lievitazione previsto dalla vostra macchina del pane :

120 grammi di farina di forza Mannitoba

3/4 cubetto di lievito di birra (minimo 15 max 18 grammi circa )

100 ml di acqua o birra

deve essere morbido e quasi fluido ma non troppo.

Finita questa prima fase passiamo alla prima fase di lievitazione( sempre programma impasto e lievitazione ), aggiungendo :

160 grammi di farina Mannitoba e 100 grammi di farina “00”

70 grammi di burro fuso fatto raffreddare, che amalgamerete insieme a 3 tuorli di uovo con 3 grammi di sale

70 grammi di zucchero

150-170 ml di birra ( acqua o latte a vostra scelta al posto della birra )

3 grammi di lievito di birra (facoltativo)

Nel frattempo mettete in ammollo l’uva sultanina per almeno 30 minuti, poi la dovrete far scolare a asciugare bene prima di immetterla nel contenitore della macchina della pasta.

E arriviamo all’ultima fase di lievitazione e successiva cottura ( utilizzate il programma della vostra macchina che prevede dolci lievitati lievitazione e cottura ) :

35 grammi di Mannitoba e 15 grammi di farina “00”

120 grani di uva sultanina e 70 grammi di canditi ( misti oppure arancia e cedro a vostra scelta )passate in un po’ di farina  l’uva e i candidi perchè non precipitino sul fondo dell’impasto

30 grammi di burro fuso, 20 grammi di zucchero e 10 grammi di miele

1 busta di vanillina e 1 fiala aroma di limone ( oppure la buccia grattuggiata di un limone o di una arancia a vostra scelta )

Ora non ci resta che attendere il risultato finale : una volta cotto lasciatelo riposare e raffreddare tutta la notte e il giorno dopo potrete assaggiare il vostro dolce.

Per chi volesse fare la cottura in forno, l’ultima fase sarà solo di lievitazione limitato ai primi venti minuti così da aggiungere quello che vi ho indicato. Metterete a questo punto il nostro impasto in quelle forme monouso per panettoni, il tutto andrà in forno con la luce accesa per almeno un’ora :  quando vedrete che l’impasto è arrivato quasi al limite accenderete il forno.

Qui dipende chiaramente dal vostro forno, il mio è un ventilato : 200°c per 10-15 minuti oppure appena vedete che diventa troppo scuro abbassate a 180° per i rimanenti 20-30 minuti. Vi accorgerete dal colore se la cottura potrà considerarsi conclusa.

Non mi resta che augurarvi buon Natale !!!

 

 

La cotta : parte quarta

SPARGE E FILTRAZIONE

Inizia ora una delle fasi più difficile per l’homebrewer che cerca di produrre la sua birra casalinga.

Prima di continuare voglio ricordarvi che nella fase di mash, in base alle temperature degli step di ammostamento scelti, avrete già impostato la vostra futura birra per quanto riguarda alcool corpo e residuo zuccherino.

 

Lo sparge non è altro che la aggiunta di acqua a 76-78°c ai nostri grani che hanno finito l’ammostamento, acqua che servirà a lavare bene le nostre trebbie per raccogliere la maggior quantità di zuccheri prodotti dalla saccarificazione ovvero dalla conversione degli amidi presenti nei nostri grani frantumati ma protetti dalle glumelle che faranno anche da “filtro” indicando il percorso all’acqua per la successiva fase di filtrazione.

La filtrazione vera e propria è la raccolta del nostro mosto ricco di zuccheri fermentescibili e non fermentabili ( maltodestrine) che dalla pentola di mash munita di bazooka raggiungerà la pentola di boil per la fase che ci permetterà di aggiungere aromi e di dare amaro alla nostra birra finita.

I primi due litri del mosto usciranno molto torbidi, li raccoglierete in un contenitore a parte e lo reimmetterete nella nostra pentola di mash:

il mosto che uscirà ora sarà limpido e destinato alla bollitura.

 

 

La velocità di filtrazione non deve essere troppo veloce per permettere all’acqua di lavare bene le nostre trebbie, in genere non si deve andare oltre l’ora di filtrazione e la velocità potrà essere regolata tra 1 e 2 litri al minuto a seconda di come è strutturato il vostro impianto.

 

In genere la raccolta del mosto si deve fermare a una densità non inferiore ai 3 gradi plato o a 1.012 SG  e mai inferiore ai 1.010 in ogni caso per non estrarre tannini o sostanze indesiderate che “arricchirebbero” la nostra birra di aromi non proprio adatti a una piacevole sensazione di gusto e olfatto.

Altro dato importante è il ph : non si deve scendere per il motivo sopra indicato con la densità, ad un ph inferiore a 5,5 che permetterebbe appunto l’estrazione non solo di zuccheri ma anche di altri prodotti decisamente non graditi al nostro mosto.

Nel mosto generalmente 1/4 circa degli zuccheri presenti non verrano demoliti dal lievito e trasformati in alcool, per tale motivo è importante avere la densità iniziale del nostro mosto preboil per sapere quale sarà la densità finale perchè la nostra OG  è quel valore che ci sarà di grande utilità nella fase di fermentazione per capire come procede quest’ultima delicata e importante fase.

 

Tags: , , ,

La cotta : parte terza

Iniziamo a fare sul serio, è ora di MASH

Gli step del mash diventano un elemento importante nella gestione della nostra ricetta, perchè da queste fasi uscirà “la birra” che noi abbiamo deciso di avere.

Di solito io metto i grani ( se non abbiamo cereali non maltati o altri cereali che necessitino di “gelatinizzazione”)  intorno ai 55°c , mescolando continuamente : lascio salire piano piano la temperatura per arrivare allo step successivo (61-63°c) per favorire il lavoro delle beta-amilasi e avere zuccheri fermentescibili.

Qui dipende da voi quando deve durare lo step : in birre ad alta fermentazione io mi fermo dai 15 ai 20 minuti e poi salgo direttamente al successivo step di 70° ( 69-71°c).

A queste temperature lavora la alfa amilasi producendo malto destrine che contribuiranno al corpo della mia birra. Ricordate che nel salire da 61-62°c ai 70°c ( circa dieci minuti ) lavorerà ancora la nostra beta amilasi fino a “esaurirsi” sopra i 68-69°c per lasciare spazio alla alfa amilasi.

L’ultimo step può durare dai 30 ai 45 minuti : sarà il test allo iodio a dirci se la saccarificazione degli amidi contenuti nei nostri grani è arrivata a completamento.

Se non avete tintura di iodio, è sufficiente misurare la densità del nostro mosto verde :  più questa sarà vicina alla densità dei nostri malti con efficienza al 100%  e tanto più potremo dire che la saccarificazione oramai si è compiuta con successo.

Non ci resta che passare all’ultimo step, il mash out a 78°c, per inattivare i nostri enzimi e preparare il mosto alla filtrazione per la fase di boil : 10 minuti sono sufficienti perchè si completi questo step una volta arrivati alla temperatura indicata.

Ed ora siamo pronti per la fase di sparge e filtrazione che ci fornirà il nostro mosto verde pronto per la bollitura e aggiunta di luppoli e spezie come previsto dalla nostra ricetta.

 

L’ACCISA SULLA BIRRA CASALINGA

“E’ esente da accisa la birra prodotta da un privato e consumata dallo stesso produttore, dai suoi familiari e ospiti, a condizione che non formi oggetto di alcuna attività di vendita”

Decreto n. 504 del 26 ottobre 1995 art. 34 punto 3

 

Tags:

La cotta : parte seconda

Nella pentola di mash mettiamo l’acqua necessaria in una quantità variabile dai 3 ai 3,5 litri per kg di malto utilizzato : questo valore dipenderà da molte variabile oggettive, come la tipologia di attrezzatura per l’ammostamento, per la filtrazione e per il risciacquo nonchè dalle personali convinzioni di chi birrifica. Come potete leggere e trovare ovunque due sono i fattori che influenzano il mash : il rapporto acqua/ grani e il pH.

Il rapporto acqua/grani influenza la resa di un mash : un mosto con piu’ di 4 litri d’acqua per ogni chilogrammo di malto diluisce la concentrazione relativa degli enzimi, rallentando la conversione; il mosto sarà piu’ fermentabile perche’ gli enzimi non sono inibiti dall’alta concentrazione di zuccheri.  Viceversa un mosto piu’ denso, rapporto  2,5 litri d’acqua/Kg. di malto,  sarà migliore per spezzare le proteine e la conversione di tutti gli amidi piu’ veloce, però gli zuccheri che avremo saranno meno fermentabili così ne risultera’ una birra dolce e maltata.

Riassumendo un mosto molto fluido è piu’ gentile con gli enzimi per la minor capacita’ calorica dei grani rispetto all’acqua, mentre un mosto fluido è l’optimum per un mashing multistep perche’ gli enzimi non verranno denaturati cosi’ velocemente da un innalzamento della temperatura.

Vediamo come si comporta il PH con gli enzimi : la Beta-amilasi lavora meglio con un mosto a pH basso, circa 5 ( range 5-5,5) e produce maltosio;  l’Alfa-amilasi invece ha bisogno di un pH piu’ alto, circa 5,7 (range 5,3-5,7) e produce diversi tipi di zucchero tra cui anche il maltosio.  Ricordate che condizioni ottimali per la beta-amilasi daranno un mosto non molto fermentabile, lasciando un sacco di amido amilopectina non convertito; quindi l’Alfa-amilasi sarà necessaria per rompere le larghe catene per permettere alle Beta-amilasi di agire su di esse. Un mosto ottimale per l’Alfa-amilasi, quasi certamente,  non avrebbe un’alta percentuale di maltosio ma una distribuzione casuale di zuccheri di varia complessita’. Alla fine è bene avere un mosto con un compromesso tra i pH ottimali dei due enzimi.

Alla fine un buon compromesso tra tutti i fattori fornisce le condizioni standard di mash per la maggior parte degli homebrewer : un rapporto di 3 litri d’acqua per kg. di grani, pH di 5.3, temperatura di 65-70°C e tempo di circa un’ora.

Le condizioni elencate porteranno ad avere un mosto con una buona percentuale di malto e una buona fermentabilita’.

 

Tags:

La cotta : parte prima

Qui iniziamo un percorso che ci porterà con le foto a capire e a vedere i passaggi fondamentali che ci permetteranno di realizzare la nostra ricetta in modo che diventi birra buona da bere e da far bere.

LA RICETTA :

Ci sono moltissime ricette in rete, però lo svantaggio è di non conoscere chi l’ha fatta e di non avere nessun riscontro pratico e di dati tecnici reali. Possiamo ripetere e brassare ricette di amici homebrewer che conosciamo oppure studiando le ricette che troviamo nei siti dedicati all’argomento provare a stilare ex novo una ricetta a nostro piacimento e intuito.

La ricetta deve essere equilibrata in tutti i suoi ingredienti:  malti, luppoli, acqua, eventuali aggiunte di spezie o altro e scegliere il giusto lievito che sarà determinante per il risultato finale.

Impostare la ricetta quindi pensando al colore, all’aroma, all’amaro voluto; se si fa riferimento a uno stile preciso OG nei parametri richiesti per poi calcolare sulla base dell’attenuazione reale il grado alcolico che avrà la nostra birra.

L’efficienza non è importantissima ai fini pratici, ma è utile sapere cosa ci permette il nostro impianto per calcolare gli ingredienti per arrivare ai parametri impostati nella nostra ricetta.

Una volta stabiliti i malti da utilizzare, si passa alla loro “frantumazione” utilizzando il mulino che abbiamo.

 

Come potete vedere da queste immagini i grani risultano frantumati in modo tale che durante il mash gli amidi contenuti al loro interno, protetti dal “guscio” (le glumelle) potranno saccarificare convertendosi in zuccheri utili per la fermentazione del nostro mosto.

Bene a questo punto passiamo alla fase di mash.

Tags:

La Reddoc la birra torbata

Questa birra è stata brassata il 3 maggio 2008 la prima volta. La voglia era di riuscire a fare una birra ambrata ma con una tonalità diversa nel sapore e nell’aroma : così decisi di inserire nella ricetta il peated malt, quello usato per fare il wisky. In questa ricetta è stato usato nella quantità del 10% ma se lo ritenete eccessivo per una prima volta orientatevi tra il 5 e il 6 % aumentando di pari % il Pale Ale.

Ingredienti :

Pale Ale 65% – Carapils 9,7% – Peated 9,6% – Crystal 6,5 % – Aromatic 6,5 % – Chocolate 2,7%

Amarillo pellet 13 ibu inizio boil – Cascade 10 ibu a 20 minuti e EK Golding 7 ibu a 20 minuti per un totale di 30 ibu

Lievito :  Safale S04 (una valida alternativa può essere il Safale S05 )

OG 1.051 (12,7 gradi plato) – FG 1.012 ( 3 gradi plato ) – EBC 42 – IBU 30

Alcool 5,3% by volume

Mash : single step a 68-69°c fino a saccarificazione completa ( da 60 a 90 minuti circa), mash out a 78°c per 10 minuti

Acqua di mash durante lo step aveva un ph di 5,3, l’acqua di sparge utilizzata è stata corretta a ph 5,3.

Acqua di mash 3,5 litri per Kg di malto e l’acqua di sparge necessaria ad avere in preboil i litri necessari per la quantità da immettere nel fermentatore per la fermentazione ( per 23 litri finali, sulla base dell’evaporazione del vostro impianto dai 29 ai 30 litri preboil a una densità di 1.039-.1040 circa non scendendo sotto i 1.010 del mosto in uscita nella fase di filtrazione).

Il lievito si inocula a 21-22°c max, si lascia fermentare e si effettua un primo travaso in 5-6 giornata; si lascia finire la fermentazione per altri 7 giorni aggiungendo Cascade ed EK Golding in dry hopping 14 grammi per ciascun luppolo. Quando la densità è stabile da almeno 48 ore, si travasa nuovamente per imbottigliare la nostra birra. Per il priming si utilizzerà zucchero nella quantità tra i 6 e i 6,5 grammi litro e  lievito fresco reidratato per la rifermentazione in bottiglia nella quantità di 0,025 max 0,040 grammi per litro ( io ho usato 0,03 grammi/litro).

Dopo 15 giorni potremmo assaggiarla per capire come è venuta, ricordandoci che è una birra che nel tempo dà il meglio di sè : quindi nascondete qualche bottiglia e lasciatela lì per sei mesi o anche più e non ve ne pentirete di sicuro.

 

Tags: