“Chouffe”, identifica leggendari gnomi muti dalle guance rosse ed è simbolo di una forte identità regionale, una specie di hobbit nativo delle colline delle Ardenne trasandato e resistente all’alcool.
Questo folletto dalla barba bianca mascotte delle loro birre, appunto “Chouffe” è parola femmininile, come la parola “birra” in francese : ed ecco che il primo marchio venne battezzato “la Chouffe“.
L’amore per la Chouffe nasce in tempi in cui in Italia le birre artigianali ancora non si sapeva bene cosa fossero.
In bocca le note floreali lasciano presto percepire la buccia d’arancio, il caramello e il coriandolo in una armonia incredibile dove l’amaro è appena percettibile e modesto.
Quando decisi di provare a farmi la birra in casa, il pensiero volo’ a lei la Chouffe mitica quanto inarrivabile allora per me.
Sul mio sito trovate il tentativo, il primo, di replicare questa stupenda birra che nel tempo è diventata sempre più buona fino a far dire a più di qualcuno che la mia è molto vicino all’originale, pur non avendo la pretesa e non potrebbe per ovvi motivi essere il clone perfetto dell’originale.
Qui il primo tentativo che nel tempo è andato via via migliorando eliminando il Karvi e inserendo la buccia di arancia : qualche piccolo accorgimento in fermentazione e in via di maturazione prima di poter dire quasi ci siamo.
Oggi ovviamente partendo dalla base di questa mitica birra ho realizzato la mia versione cambiando un po’ i luppoli, lasciando le spezie tipiche dell’originale e rispettando i tempi di mash per ottenere una birra in stile belga oltre a usare un lievito “belga”.
Il risultato è più che soddisfacente e piacevole tanto da rimanere affezionato al nome “Aciuffe“, che vuole rimandare per assonanza alla birra di ispirazione ma che ora è solo una mia semplice e piacevole birra.
#1 da Bellarete il ottobre 10, 2013 - 11:36 am
Ammiro il tuo modo di scrivere come scrivi, tornerò a leggere altri post